Sonntag, 10. August 2014
Samstag, 9. August 2014
L'Etna
L'Etna è un complesso vulcanico siciliano originatosi nel Quaternario e rappresenta il vulcano attivo più alto ed esteso d'Europa. Con le diverse eruzioni ad esso connesse ha modificato incessantemente il paesaggio, minacciando spesso le diverse comunità umane che nei millenni si sono insediate intorno ad esso.
La sua superficie è caratterizzata da una ricca varietà di ambienti che alterna paesaggi urbani, folti boschi che conservano diverse specie botaniche endemiche ad aree desolate ricoperte da roccia vulcanica e periodicamente soggette ad innevamento alle maggiori quote.
Il 21 giugno 2013 la XXXVII Sessione del Comitato UNESCO, riunitasi a Phnom Penh, ha insignito il Monte Etna del titolo di Patrimonio dell'Umanità.
Geografia
L'Etna sorge a ovest della costa orientale della Sicilia, entro il territorio della Provincia di Catania ed è attraversato dal 15° meridiano est, che da esso prende il nome.
Trattandosi di un vulcano a scudo con affiancato uno strato vulcano, la sua altezza varia nel tempo a causa delle sue erosioni che ne determinano l'innalzamento o l'abbassamento. Così nel 2012 raggiungeva i 3.340 m. s.l.m., nel 2010 3.350 m., 3.274 m. nel 1900, 3,326 m. nel 1942.
Esso occupa una superficie di 1570 km, il suo diametro è di circa 45 chilometri e il suo perimetro di base e di circa 180 km. Le sue dimensioni lo pongono tra i maggiori al mondo e, dal punto di vista prettamente geologico, il più alto del continenti europeo.
Il nome Etna potrebbe risalire alla pronuncia del greco antico itacista del toponimo Aitna, nome che fu anche attribuito alla città di Katane e Inessa, che deriva dalla parola del greco classico - sebbene vi è chi rigetta l'origine dal greco o dalla parola fenicia attuna.
L'Etna era conosciuto nell'età romana come AETNA.
Come tutti i vulcani l'Etna si è formato nel corso dei millenni con un processo di costruzione e distruzione iniziato intorno a 600.000 anni fa, nel Quaternario. Al suo posto si ritiene vi fosse un ampio golfo nel punto di contatto tra la zolla euro-asiatica a nord e la zolla Africana a sud, corrispondente alla catena dei onti Peloritani a settentrione e all'altopiano Ibleo a meridione. Fu proprio il colossale attrito tra le due zolle a dare origine alle prime eruzioni sottomarine di lava basaltica fluidissima con la nascita dei primi coni vulcani, alcentro golfo primordiale detto pre-etneo.
Nel corso del tempo si sono avute fasi di stanca e fasi di attività eruttiva, con un collasso del Mongibello intorno a ottomila anni fa; le lave sono ritornate ad essere di tipo fluido basaltico e si sono formati altri coni di cui alcuni molto recenti. Il vulcano attuale è costituito essenzialmente da 4 crateri sommitali attivi: il cratere centrale o Voragine, il cratere subterminale di Nord-est (formatosi nel 1911), la Bocca Nuova (del 1968) e il cratere subterminale di Sud-est (del 1971).
L'Etna è un vulcano attivo. A differenza dello Stromboli che è in perenne attività e del Vesuvio che alterna periodi di quiescenza a periodi di attività parossistica esso appare sempre sovrastato da un pennecchio di fumo.
L'Eruzione più lunga a memoria storica è quella del luglio 1614. Il fenomeno durò ben dieci anni ed emise oltre un miliardo di metri cubi di lava, coprendo 21 chilometri quadrati di superficie sul versante settentrionale del vulcano.
Nel 1669 avvenne l'eruzione più conosciuta e distruttiva, che raggiunse e superò, dal lato occidentale, la città Catania; ne distrusse la parte esterna fino alle mura, circondando il Castello Ursino e superandolo creò oltre un chilometro di nuova terraferma. L'eruzione durò 122 giorni ed emise un volume di lava di circa 950 milioni di metri cubi.
Nel 1892 un'altra eruzione portò alla formazione, a circa 1800m di quota, del complesso dei Monti Silvestri.
Nel 1928, ai primi di novembre, iniziò l'eruzione più distruttiva del XX secolo. Essa portò, in pochi giorni, alla distruzione della cittadina di Mascali.
L'eruzione del 5 aprile 1971 ebbe inizio a quota 3050 da una voragine dalla quale l'emissione di prodotti piroclastici formò l'attuale cono sub-terminale di Sud-est. Vennero distrutti l'Osservatorio Vulcanologico e la Funivia dell'Etna.
Il 1983 è da ricordare oltre che per la durata dell'eruzione, 131 giorni, con 100 milioni di metri cubi di lava emessi (che distrussero impianti sportivi e nuovamente la funivia dell'Etna), anche per il primo tentativo al mondo di deviazione per mezzo di esplosivo della colata lavica.
Il 14 dicembre del 1991 ebbe inizio la più lunga eruzione del XX secolo (durata 473 giorni), con l'apertura di una frattura eruttiva alla base del cratere di Sud-est, alle quote da 3100m a 2400m s.l.m. in direzione della Valle del Bove.
Il territorio del vulcano è suddiviso in ambienti differenti per morfologia e tipologia. Coltivato fino ai mille metri s.l.m. e fortemente urbanizzato sui versanti est e sud si presenta selvaggio e brullo soprattutto dal lato ovest dove dai mille metri in poi predominano le "sciare", specie nella zona di Bronte. Poco urbanizzato, ma di aspetto più dolce il versante nord con il predominio dei boschi al di sopra di Linguaglossa. Il versante est è dominato dall'aspetto inquietante della Valle del Bove sui margini della quale si inerpicano i fitti boschi.
Al di sopra dei 1000 m, in inverno, è presente la neve che spesso dura fin quasi all'estate. Questa è raggiungibile agevolmente dai versanti sud e nord. Di conseguenza sull'Etna si trovavano anche due stazioni sciistiche la cui particolarità è quella di poter sciare sulla neve potendo osservare il mare. L'Etna è anche meta ininterrotta delle visite di turisti interessati al vulcano e alle sue manifestazione in virtù del fatto che è uno dei pochi vulcani attivi al mondo ad essere a portata di mano di chiunque avendo a supporto ogni tipo di mezzo di comunicazione per raggiungerlo. Sono presente infatti anche guide specializzate e mezzi fuoristrada che in sicurezza portano fino ai crateri sommitali.
Montag, 21. Juli 2014
Alberto Tomba

Noto a livello internazionale con il soprannome "Tomba la Bomba", anche per lo stile aggressivo in pista e per il carattere estroverso fuori, fu uno dei protagonisti dello sci alpino dal 1986 al 1998, particolarmente nelle specialità di slalom speciale e slalom gigante. Con cinquanta vittorie complessive i Coppa del Mondo, è il terzo sciatore di sempre per numero di successi dopo Ingemar Stenmark e Hermann Maier. Oltre alle vittorie in Coppa del Mondo, fra cui la conquista della Coppa nel 1995, ha ottenuto due ori olimpici in gigante (Calgary 1988 e Albertville 1992), l'oro olimpico in slalom (Calgary) e i due ori in gigante e slalom ai Mondiali del 1996. È considerato uno dei più grandi specialisti delle discipline tecniche di tutti i tempi.


Dopo aver vinto tre gare in Coppa Europa, debuttò in Coppa del Mondo nel 1985 a Madonna di Campiglio; gareggiò poi a Kitzbühel, in Austria, nel 1986. Il 23 febbraio a Are, Tomba partito con il pettorale numero 62, si piazzò al sesto posto nella gara vinta da uno dei suoi più grandi rivali, Primin Zurbriggen, conquistando così i suoi primi punti in Coppa del Mondo. Il primo podio arrivò il 14 dicembre 1986 sulla pista della Gran Risa dell'Alta Badia, in Italia, una delle località preferite da Tomba e dove successivamente avrebbe vinto quattro volte.
Grazie principalmente al podio della Gran Risa, Tomba venne selezionato per i Mondiali del 1987, svoltisi a Crans-Montana Svizzera, e conquistò l'unica medaglia vincendo bronzo in slalom gigante.
In 1988, Tomba partecipò alla sua prima Olimpiade (Calagary) . Il 25 febbraio nella gare di gigante, con il pettorale numero 1, disputò una straordinaria prima manche, in cui arrivò primo con ben 1 secondo e 14 centesimi sul secondo, nella seconda si limitò a gestire il vantaggio e ottenne la sua prima medaglia d'oro. Nella prova di slalom speciale, invece, vinse la seconda medaglia d'oro dopo una prima manche conclusa al terza posto e la rimonta nella seconda grazie alla quale arrivò con sei centesimi di vantaggio sul secondo.
Dopo dieci anni di vittorie, Tomba iniziò a pensare al ritiro, avendo ormai vinto tutto, ma non prima dei Mondiali 1997 in Italia, al Sestriere. Davanti a trentamila spettatori, uscì di gara in gigante, in speciale, invece, dopo una prima manche deludente con una grande rimonta nella seconda conquista la medaglia di bronzo, nonostante la febbre, alle spalle del norvegese Tom Stianson e del francese Sébastien Amiez.
Ai XVIII Giochi olimpici invernali di Nagano del 1998 non conquistò nessuna medaglia.
ombra chiuse la carriera al termine della stagione, vincendo l'ultima gara, lo slalom speciale delle finali di Coppa del Mondo di Crans-Montana. Il suo bilancio finale è di cinquanta gare vinte in Coppa del Mondo, una Coppa del Mondo assoluta, quattro Coppe del Mondo di slalom speciale, e quattro die slalom gigante: è l'unico sciatore ad aver vinto per undici anni consecutivi (1987-1998) almeno una gara in Coppa del Mondo.
Dopo il ritiro, avvenuto dopo la vittoria in Coppa del Mondo a Crans Montana del 15 marzo 1998, girò per tre anni l'Europa con il "Toma-Tour" per lo sviluppo dello sci giovanile. Tuttora si dedica alla promozione dello sci, sia in senso agonistico, sia della diffusione dei valori sportivi.
Tomba interpretò nel 1999 il ruolo di Alessandro Corso nel film poliziesco Alex l'ariete, senza riscuotere successo.
È socio fondatore dell'associazione Laureus per la promozione dell'attività sportiva contro il disagio sociale.
Sonntag, 20. Juli 2014
Bologna
Bologna è un comune italiano di 381'036 abitanti, capoluogo dell'omonima provincia e, de facto della regione Emilia-Romagna. È il settimo comune italiano per popolazione ed è il cuore di un'area metropolitana di circa 1'000'000 di abitanti.
Antichissima città universitaria, ospita numerosissimi studenti che animano la sua vita culturale e sociale. Nota per le sue torri ed i suoi lunghi portici, possiede un ben conservato centro storico (fra i più estesi d'Italia), in virtù di un'attenta politica di restauro e conservazione avviata dalla fine degli anni sessanta del secolo scorso, a dispetto dei gravi danni causati dagli sventramenti urbanistici della fine del XIX secolo e dalle distruzioni belliche.
La Città, i cui primi insediamenti risalirebbero ad almeno un millennio prima di Cristo, è sempre stata un importante centro urbano, prima sotto gli Etruschi ed i Celti poi sotto i Romani, poi ancora nel Medievo Bo-lan.ya, come libero comune (per un secolo è stata la quinta città europea per popolazione). Importante centro culturale ed artistico, questo ruolo fatica talvolta ad esserle riconosciuto, mancando un "capolavoro" di rinomanza mondiale che possa attirare in massa i turisti: tuttavia, la sua importanza artistica e monumentale è basata su un insieme omogeneo di monumenti ed emergenze architettoniche ed opere d'arte frutto di una storia architettonica ed artistica di prim'ordine.
Bologna è un importante nodo di comunicazioni stradali e ferroviarie del nord Italia, in un'area in cui risiedono importanti industrie meccaniche elettroniche e alimentari. Secondo il dato dell'ultima ricerca dell'European Regional Economic Growth Index del 2009, Bologna risulta essere la prima città italiana e la 47. in Europa per tasso di crescita economica.
È sede di prestigiose istituzioni culturali, economiche e politiche e di uno dei più avanzati quartieri fieristici d'Europa. Nel 2000 è stata "capitale europea della cultura" e dal 2006 è "città della musica" UNESCO. La città di Bologna è stata selezionata a partecipare all'Esposizione Universale di Shanghai 2010 insieme ad altre 45 città del mondo.
Bologna è situata nella Pianura Padana, a ridosso dei colli appenninici, fra lo sbocco della valle del Reno e quella del Savena.
Il territorio si estende dai margini meridionali della Pianura Padana ai primi rilievi collinari dell'Appennino tosco-emiliano, spaziando dai 29m s.l.m. della frazione Corticella ai 54 del centro del capoluogo, fino ai 300m s.l.m. di Monte Sabbiuno e del Colle della Guardia.
Clima
Bologna presenta un clima continentale. Gli inverni possono essere anche molto rigidi (la minima temperatura invernale storicamente registrata nella zona, più precisamente a Molinella nella notte tra il 12-13 gennaio 1985, fu di -28,8°C, causata dalla storica ondata di freddo del gennaio 1985) e non mancano le precipitazioni nevose, talvolta anche assai abbondanti per una zona di pianura: sono rimaste negli annali e nella memoria storica di molti bolognesi, quasi mitizzate, le precipitazioni del giugno 1491, con i suoi 30cm e quella del febbraio 1929 (quando tutto il Nord-Est, e in particolare la Romagna, fu aggredito una bufera di neve eccezionale), con circa 130cm di neve e con la città interamente bloccata per giorni da veri e propri "muri di neve" che arrivavano fino ai primi piani degli edifici, anche a causa della neve che apposite squadre di spalatori scaricavano dai tetti a rischio di crollo. Nel febbraio 2012 (l'ondata di gelo ha portato un accumulo di 96 cm), ma si ricordano anche nevicate di qualche decimetro addirittura in mesi primaverili, specie in marzo (recentemente il 17 aprile 1991). Con una nevosità media invernale di circa 40 cm, è sicuramente una della città della pianura padana con maggiore frequenza di nevicate.
Le estati sono calde ma meno afose di altre città molto più a nord nella pianura padana; possono essere altresì assai lunghe e siccitose (come nel 2003 e nel 2012); in luglio e agosto è abituale il superamento dei +37°C. Le mezze stagioni sono, in genere, miti e piovose e hanno breve durata.
Monumenti e luoghi d'interesse
Bologna è la città dei portici: oltre 38 km nel solo centro storico. Li si trova in quasi tutte le vie del centro e la loro origine è in parte da attribuirsi alla forte espansione che ebbe la città nel tardo Medioevo, quando la città e la fiorente università divennero un polo ambito per studiosi e letterati di tutta l'Europa, ma anche per la popolazione proveniente dalla campagna.
Di qui la necessità di sfruttare al meglio gli spazi e aumentare la capienza delle case espandendo i piani superiori al piano terra, dapprima con la creazione di sporti in legno sorretti da travature, e successivamente da portici sorretti da colonne. Peraltro i portici, come anche in altre città vicinati, costituirono anche un sistema pressoché spontaneo di camminamenti coperti, consentendo perciò di percorrere buona parte delle strade al riparo da pioggia e neve. Esse furono anche un mezzo per l'espansione di attività commerciali e artigiane. Ritenere che la nascita del portico sia solo una diretta conseguenza delle necessità espansionistiche del tessuto urbano è però fare torto ai principi di saggia amministrazione urbanistica che hanno dimostrato gli allora rettori della città. Anzi dobbiamo rilevare la loro lungimiranza e la loro capacità di predisporre dei servizi per tutti, richiedendo un sacrificio alla proprietà privata (i portici sono eretti su suolo privato e l loro manutenzione è di pertinenza del proprietario della casa annessa alla struttura portilizia) obbligando alla costruzione delle case coi portici e al loro pubblico. Un curioso editto del 1288, secondo il quale nessun nuovo edificio doveva essere privo di portico, specificava che questi dovevano essere alti almeno 7 piedi bolognesi (2.66metri), questo per permettere il transito di un uomo a cavallo. Identica anche la larghezza minima. A queste misure non si attenne scrupolosamente la popolazione più indigente che in alcuni casi riservava 1 o 2 piedi ala propria dimora obbligando i cavalieri transitanti a chinare il capo.
Architetture religiose

Di notevole interesse la chiesa di San Francesco del XIII secolo (anche se ha subito notevoli interventi nel XIX secolo e nel secondo dopoguerra), primo esempio di gotico francese in Italia, e gli adiacenti i monumenti funebri dei glossatori, e la chiesa di San Domenico del XIII secolo, con l'arca in cui sono conservate le spoglie del santo: il sarcofago fu realizzato nel 1264-1267 da Nicolo Pisano e bottega, mentre la cimasa è opera di Niccolò dell'Arca, fu iniziata nel 1469 e, essendo rimasta incompiuta dopo la sua morte nel 1494, è completata da alcune piccole statue di Michelangelo; all'interno della basilica, da notare anche il Sepolcro Tartagni di Francesco di Simone Ferrucci.
In piazza Santo Stefano spicca il complesso di Santo Stefano, noto anche come le "Sette Chiese" a causa della sua notevole articolazione in numerose chiese e cappelle collegate da un cortile e da un chiostro. Il nucleo originale fu edificato nell'IVI secolo su un tempio pagano del II secolo dedicato alla dea egizia Isida, del quale sta un architrave con dedica alla dea, murato all'esterno, e alcune colonne di granito africano, all'interno. L'impianto architettonico principale è marcatamente romanico, nonostante alcune modifiche successive. Qui erano conservato fino al 2000 le spoglie di San Petronio, ora traslate nella omonima basilica; alcune cappelle del complesso sono dedicate ai caduti italiani nei conflitti mondiali.
Notevoli anche la cattedrale di san Pietro (ricostruita al XVII secolo); San Giacomo Maggiore (1263), in stile gotico e con elegante portico rinascimentale; la Basilica di Santa Maria dei Servi (eretta tra il XIV ed il XVI secolo), con una Maestà di Cimabue e un suggestivo quadriportico; Santa Maria del Vita ( è la chiesa del primo ospedale di Bologna, fondato nel 1260), al cui interno si trovano le preziosissime terrecotte delle Marie Piangenti, note come Compianto sul Cristo morto e realizzata da Niccolò dell'Arca tra il 1463 e il 1490.
Sul Colle della Guardia a circa 300 m del centro storico si trova il caratteristico santuario della Madonna di san Luca (1723), che si raggiunge per una lunghissima e suggestiva via porticata del XVII e XVIII secolo (la più lunga al mondo, ben, 3.796 km e dotata di 666 archi).
Su un colle adiacente al Colle della Guardia, sorge l'Eremo di Ronzano, tipico convento di campagna costruito nel 1140 e riconsacrato ai frati Servi di Maria dal 1921. Oggi ospita il nuovo centro di genetica d'eccellenza dell'Università di Bologna.
Poco lontano dal centro storico si trova il Cimitero della Certosa. Aperto nel 1801, quindi tre anni prima del più famoso Père-Lachaise di Parrigi, sopprimendo e trasformando un importante convento certosino, quello della Certosa di Bologna è da ritenersi il primo vero cimitero italiano moderno concepito per l'intera comunità. Nel corso dei secoli è diventato un cimitero monumentale, scrigno di arte e di storia, degno sicuramente di una visita.
Freitag, 18. April 2014
Calabria
La Calabria è la punta dello stivale, la parte per definizione "in belle mostra". Se proprio vogliamo restare in tema, diciamo che la Calabria è una "calzatura" raffinata e principesca, l'ideale per chi cerca spiagge meravigliose, mare pulito e tradizioni locali tutte da scoprire. Del resto, 700 chilometri di coste - ora rocciose, ora di sabbia morbida come farina, con grotte e anfratti o aperte e attrezzate per grandi e piccoli - non sono certo pochi per scegliere la vacanze che più ci piace. Alcuni dicono che la Calabria non è mai uguale a se stessa e che i suoi paesaggi rispecchiano il carattere vivace e, a volta, un po`difficile della sua gente. È proprio così, fidatevi! Il bello è scoprirla a poco a poco, questa diversità, che si apprezza più che mai dove la terra incontra il mare.

Un po`più a sud, eccoci a SAN NICOLA ARCELLA. La spiaggia, qui, ha la particolarità di essere straordinariamente grande e di sabbia grigia. È delimitata da basse scogliere e, alle spalle, dal massiccio del Pollino, che la protegge anche al vento. Bello il centro storico di San Nicola, che invita alla visita soprattutto per il suggestivo Palazzo del Principe, la Torre San Nicola, detta anche Torre Crawford, la Torre Saracena. Ma la vera meraviglia qui è la spiaggia di Arcomagno, una caletta da sogno, che si raggiunge a piedi, percorrendo un sentiero scavato nella roccia. La spiaggia è racchiusa fra due scogliere e prende il nome dallo straordinario arco naturale che si è creato nella roccia a picco sul mare.
Un'altra meraviglia della provincia di Cosenza è DIAMANTE, tutta da godere sia per quanto riguarda il centro abitato, sia per le spiagge. Tra tutte, quella di Punta Santa Letterata è una delle più belle, caratterizzata da un mix di ghiaia e scogli, ideale per chi fa snorkeling e famosa per l'abbondanza della fauna marina (è il posto ideale per i ricci di mare). In alternativa c'è la Spiaggia Grande, con sabbia di media pezzatura e il mare che, a causa del particolare fondale, è di colore verde smeraldo. Oppure si può esplorare l'isoletta di Cirella, coperta di macchia mediterranea e dominata da una torre costiera in rovina.
Finita la giornata di mare e sole, Diamante offre anche altre attrattive, come la chiesa dell'Immacolata Concezione costruita verso la metà del Seicento, e qualcosa di più "profano" ma non per questo meno affascinante, come i numerosi murales realizzati negli anni Ottanta da vari artisti, che rendono la cittadina un museo a cielo aperto.
Sonntag, 9. März 2014
Enrico Caruso
Enrico Caruso (napoli, 25 febbraio 1873-Napoli, 2 agosto 1921) è stato un tenore italiano.Viene considerato il tenore per eccellenza, grazie alla suggestione del timbro e all'inconfondibile malia dello strumento vocale.
Nacque a Napoli, nel quartiere di San Carlo all'Arena, in via Santi Giovanni e Paolo7, il 25 febbraio del 1873 da genitori originari di Piemonte d'Alife, un toponimo situata all'epoca nella provincia di Terra di Lavoro. (dal 1927 conflituito nella neoprovicia di Caserta e, nel 1974, rinominato Piedimonte Matese)
Il padre, Marcellino Caruso era un operaio metalmeccanico; la madre, Anna Baldini faceva la donna delle pulizie. La madre aveva avuto prima di lui 17 figli, tutti morti. Dopo di lui nacquero altri tre fratelli.
Dopo aver frequentato le scuole regolari, a dieci anni andò a lavorare col padre in fonderia, ma sotto l'insistenza della madre si iscrisse a una scuola serale, dove scoprì di essere portato per il disegno: iniziò a elaborare progetti di fontane per l'officina dove lavorava. Nel frattempo qualcosa stava crescendo in lui: la sua voce. Le prime arie d'opera e le prime nozioni di canto gli vennero insegnate dai maestri Schirardi de De Lutio.
Nel 1888 la madre morì di tubercolosi e poco tempo dopo il padre si risposò con Maria Castaldi.
Oltre a cantare nel coro della chiesa, Enrico fece qualche apparizione in spettacoli teatrali. La sua voce nel frattempo si era irrobustita e le piccole rappresentazioni cominciarono a non bastargli più. La sua fortuna iniziò quando il baritono Eduardo Missiano, sentendolo cantare, si entusiasmò a tal punto che lo presentò al maestro Guglielmo Vergine, il quale accettò di dargli lezioni per migliorare la voce, ma pretese da lui il 25% dei suoi compensi con un contratto che sarebbe durato cinque anni.
Nel 1894 Caruso venne chiamato alle armi, ma dopo solo un mese e mezzo, grazie alle leggi in vigore a quel tempo e a un maggiore che era amante della musica, venne congedato a mandato a casa per permettergli di continuare a cantare e a studiare. Dopo lezioni con il maestro Vergine, Caruso si sentiva ormai pronto all'esordio, ma alle prove per la Mignon di Ambroise Thomas non venne accettato, Esordì il 16 novembre 1894 con una parte ne l'amico Francesco di Domenico Morelli, percependo 80 Lire per quattro rappresentazioni (poi ridotta a due a causa dello scarso afflusso di pubblico e nonostante una buona critica)
Al momento della morte il tenore stava preparando il ruolo di Otello, dall'omonima opera di Giuseppe Verdi. Sebbene non sia riuscito a portarlo in scena, registrò comunque due magnifiche selezioni dell'opera: l'aria Ora e per sempre addio e il duetto con Iago, Sì, pel ciel marmoreo, giuro, insieme al grande baritono Titta Ruffo.
Caruso aveva nel repertorio circa 521 canzoni.
Samstag, 8. März 2014
Napoli
Napoli è un comune italiano di 958.078 abitanti, capoluogo dell’omonima provincia e della regione Campania.
Situata in posizione pressoché centrale nell’omonimo golfo, tra il Vesuvio e l’area vulcanica dei Campi Flegrei, è il terzo comune italiano per popolazione dopo Roma e Milano, nonché cuore di una delle aree metropolitane più popolose d’Europa.

Dopo il crollo dell’Impero romano, nell’Vlll secolo la città formò un ducato autonomo indipendente dall’Impero bizantino; in seguito, dal Xlll secolo e per circa seicento anni, fu capitale del regno di Napoli.
Divenuta capitale del Regno delle Due Sicilie sotto i Borboni, conobbe un lungo periodo di sviluppo socioeconomico culminato in una serie di primati civili e tecnologici tra cui la costruzione della prima ferrovia in Italia.
Dopo l’annessione al Regno d’Italia soffri di un sensibile declino, esteso anche a tutto il sud Italia.
Per motivi storici, artistici, politici ed ambientali è dal basso medioevo fino ad oggi , tra i principali centri di riferimento culturale d'Europa. Sede del Federico ll, la più antica università statale d’Europa, ospita altresi l’Orientale, la più antica università di studi sinologici ed orientalistici del continente e la Nunziatella, una delle più antiche accademie militari al mondo, eletta patrimoni storico e culturale dei Paesi del Mediterraneo da parte dell’Assemblea parlamentare del Mediterraneo.
Luogo d’origine della lingua napoletana, ha esercitato ed esercita un forte ruolo in numerosi campi del sapere, della cultura e dell’immaginario collettivo a livello mondiale.
Nel 1995 il centro storico di Napoli, il più vasto d’Europa, è stato riconosciuto dall’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità.
Nel 1997 l’apparato vulcanico Somma-Vesuvio è stato eletto dalla stessa agenzia internazionale (con il vicino Miglio d’Oro, in cui ricadono anche i quartieri napoletani di San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli) tra le riserve mondiali della biosfera.
Origine del nome
L’origine etimologica del nome della città di Napoli è molto semplice, a differenza di altri che invece hanno un etimo incerto.
Infatti, è certo che il toponimo “Napoli”, qui istoriato nella forma aggettivata “Neopoliton” su uno statere con Nike e Toro androprosopo del 275 a.C., derivi dal termine greco Neapolis, che significa “città nuova”. Meno chiara, tuttavia, è la radice del nome Neapolis, tradizionalmente individuata nella contrapposizione all’antica Palepolis “citta vecchia”, che sorgeva nell’attuale località di Pizzofalcone.
Geografia fisica
Napoli sorge quasi al centro dell’omonimo golfo, dominato dal massiccio Vesuvio e delimitato ad est dalla penisola sorrentina con Punta Campanella, ad ovest dai Campi Flegrei con Monte di Procida, a nord ovest-est dal versante meridionale della piana campana che si estende dal lago Patrio al nolano.
Clima
Napoli gode di un clima mediterraneo, con inverni miti e piovosi e estati calde e secche, ma comunque rinfrescate dalla brezza marina che raremente manca sul suo golfo. Il sole splende mediamente per 250 giorni l’anno. La particolare conformazione morfologica del territorio del capoluogo, comunque, è tale da fare in modo che la città possieda al suo interno differenti microclimi, con la possibilità quindi di incontrare variazioni climatiche anche significative spostandosi di pochi chilometri.
Simboli
Lo stemma si compone di uno scudo sannitico diviso in due parti orizzontali di uguale
altezza, quella superiore colorata d’oro e l’altra di rosso
altezza, quella superiore colorata d’oro e l’altra di rosso
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