Il
Vesuvio, nell’immaginario collettivo fa da sfondo alla classica cartollina di
Napoli: in primo piano ci sono la città e il suo golfo, dietro c’è lui,
maestoso e placido come un gigante inoffensivo.
E pensare
che proprio cosi, assolutamente inoffensivo lo credevano anche gli antichi.
Intellettuali
latini, come Seneca, Vitruvio, Plinio il Vecchio e altri lo definivano, locus
amoenus, cioè
„luogo ameno“ ideale per coltivarvi
giardini e vigneti.
Invece la
notte del 24 agosto 79 d.C. il „luogo ameno“ si trasformò in inferno, eruttando
e distruggendo intere città come Ercolano, Stabia e Pompei.
Non la
smise di giocare col fuoco nemmeno in seguito: in particolare tra il 1631 e il
1644, data dell’ ultima forte eruzione, il Vesuvio terrorizzò più che
incantare.
Ora pare
essersi messo tranquillo, ma ci tiene a far sapere a tutti che è vivo e vegeto:
Nel cratere è tutto in pullulare di fumarole.
All’
esterno ci si fida del suo buon cuore, visto che sulle pendici della montagna
sono abbarbicati decine di comuni. Il pericolo c’è, lo sanno tutti. Ma è tale e
tanto l’amore per questa terra, che chi ci è nato non se ne andrebbe mai.
Il
turista magari non si lascerà il cuore, ma il colpo di fulmine per il Vesuvio
può essere immediato.
Pompei,
Torre del Greco, Ercolano, Boscoreale, Trecase, San Guiseppe Vesuviano, Cercola e tanti altri paesi sono tutt’uno
con il vulcano e regalano scorci paesaggistici e architettonici che lasciano
senza fiato.
Poi c’è lui, il Vesuvio che
si lascia visitare senza brontolare troppo, come un anziano cagnone
sonnecchiante.
Il parco Nazionale del
Vesuvio, istituito nel 1995, è il suo „tutore“ d’eccezione, che insegna ai
visitatori in arrivo da tutto il mondo
come avvicinarlo senza farsi male.
Il modo più semplice per
scoprire il vulcano da vicino consiste comunque nel prendere l’auto, seguire la
strada che costeggia la colata lavica del 1944 e arrivare al parcheggio in
quota.
Poi si prosegue a piedi e,
come al cinema, si paga il biglietto. Ne vale la pena, perché mai nessun film
potrà raccontare l’incredibile visione del cratere vero e proprio antro
infernale largo ca 550 metri e profondo 160.
Contattando una delle varie
cooperative turistiche locali, poi, si può arrivare allo spiazzo dove un tempo
cominciava la vecchia funicolare. Oggi è totalmente in disuso e ricoperta dalla
vegetazione, ed è lecito chiedersi: che senso a vederla?
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