Samstag, 15. September 2012

Marostica


La città degli scacchi

Le mura fortificate che incorniciano la collina sopra Marostica sone ben visibili, nelle giornate limpide, anche in lontananza.
Man mano che ci si avvicina ai dolci pendii della Pedemontana Vicentina appare come per incanto, anche la silhouettte di un castello.
Davanti agli occhi prende forma una scenario a dir poco spettacolare, e allora davvero non ci sono più dubbi: quella davanti a voi è Marostica!
Pur sapendo che la cittadina ai piedi dell’altopiano di Asiago è uno dei borghi medievali più belli d’Italia, stupisce la maestosità delle mura e dei due castelli, Inferiore e Superiore: Marostica mantiene ancora oggi l’impianto che la Signora degli Scaligeri le diede nel XIV secolo.

Dopo aver parcheggiato lungo l'antica cinta muraria nei pressi di Porta Breganze, in pochi passi si raggiunge il cuore cittadino: Piazza Castello, da tutti conosciuta come Piazza degli Scacchi.


La partita a scacchia personaggi viventi

Qualcuno sta ancora lavorando, agli ultimi ritocchi della piazza marmorea che dal 1954 funge da scacchiera per la partita a scacchi forse più famosa al mondo.
Qui, negli anni pari, il secondo fine settimana di settembre si danno appuntamento migliaia di persone per assistere alla singolare partita a cielo aperto con personaggi viventi.

Arcieri, alabardieri, falconieri, fanti e cavalieri, ma anche musicisti, paggi e damigelle accompagnano le pedine viventi in costumi medievali: bianchi e neri con re, regine, torri e cavalieri (con cavalli veri) alfieri e pedoni.

La storia della partita risale al 1454, quando la città era una fedelissima alleata della Repubblica di Venezia.
Secondo la tradizione, due nobile guerrieri, Rinaldo da Angarone e Vieri da Vallorana, si innamorarono entrambi di Lionora, figlia del castellano di Marostica.
Invece di sfidarsi a duello per la sua mano, si combatterono a colpi di mosse di scacchi:
Aveva voluto cosi il castellano, che aveva proibito lo scontro fisico rifacendosi anche a un editto di Cangrande della Scala.

Ancora oggi la partita, che nella versione moderna si svolge in massimo 20 mosse, si ripete come allora con sfoggio di fastosi costumi d’epoca: anche i comandi sono impartiti nella lingua della Repubblica Serenissima! È uno spettacolo grandioso che coinvolge per oltre due ore ben 550 figuranti: un vero tuffo nel passato, a conclusione del quale si festeggia, nel tripudio generale, con fuochi d’artificio e luminarie.



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