Dienstag, 5. November 2013

Wu Ming


Wu Ming è un collettivo di scrittori proveniente dalla sezione bolognese del Luther Blissett Project (1994-1999), divento celebre con il romanzo Q. A differenza della pseudonimo aperto „Luther Blisset“; „Wu Ming“ indica un preciso nucleo di persone, attivo e presente sulle scene culturali dal gennaio del 2000. Il gruppo è autore di numerosi romanzi, tradotti e pubblicati in molti paesi, autodefinitesi parte del corpus(o „nebulosa“) del New Italian Epic.

Formazione

Il fatto che il gruppo si chiami „senza nome“ ha spesso generato equivoci sul presunto anonimato dei suoi membri. I cui nome anagrafici sono invece noti e riportati anche sul sito ufficiale.

Dal 2000 alla primavera del 2008, la formazione ha compreso:
Roberto Bui (Wu Ming1)
Giovanni Cattabriga (Wu Ming 2)
Luca di Meo (Wu Ming 3)
Federico Guglielmi (Wu Ming 4)
Riccardo Pedrini (Wu Ming 5)

Il 16 settembre 2008 il gruppo ha annunciato l’uscita di Luca di Meo dal collettivo, avvenuta nella primavera precedente.

Ciascuno dei quattro membri ha un nome d'arte individuale, una produzione “solista” e una “voce” autoriale autonoma, riconoscibile dai lettori.

In cinese mandarino “wu ming” significa “senza nome” oppure “cinque nomi”. Il nome d’arte è un inteso tanto come tributo alla dissidenza (“Wu Ming” è un modo di firmarsi frequente presso i cittadini cinesi che chiedono democrazia e libertà di parole) quanto come rifiuto dei meccanismi che trasformino lo scrittore in divo.

A questa scelta si lega anche la particolare posizione degli autori in ordine al diritto d`Autore: tutte le opere di Wu Ming sono infatti pubblicate sotto licenza Creativa Commons e dal sito ufficiale del gruppo è possibile scaricare i testi integrali, per i quali è consentita una riproduzione (total o parziale) in qualunque formato, tranne che per scopi commerciale.

Di notevole importanza nella produzione del collettivo è il loro blog Giap.

Il collettivo si impegna in estesi tour di presentazioni e incontri con i lettori e i suoi membri appaiono spesso in pubblico.

I Wu Ming rifiutano di mettersi in posa per servizi fotografici e hanno come politica di non apparire mai in video. Non hanno mai accettato inviti a trasmissioni televisive. Nemmeno sul loro sito ufficiale sono disponibili immagini dei loro volti. La loro politica è quella di apparire soltanto di persona, in carne e ossa.

Il gruppo ha riassunto questa impostazione in un motto: "Trasparenti verso i lettori, opachi verso i media". Ecco come Wu Ming 1 ha spiegato la posizione del gruppo in un'intervista del 2007: Una volta che lo scrittore diventa un volto separato e alienato (nel senso litorale), comincia una ridda cannibalica, quel volto appare ovunque, quasi sempre a sproposito. La foto testimonia la mia assenza, è un vessillo di distanza e solitudine. La foto mi blocca, congela la mia vita in un istante, nega il mio trasformarmi in qualcos'altro, il mio divenire.


Samstag, 10. August 2013

Che amore!


Sophia Loren e Carlo Ponti

Sofia Loren (o "Sophia" com'è conosciuta a livello internazionale, ma il suo vero nome è Sofia Villani Scicolone) era la donna che tutti sognavano. Bellissima, allegra e bravissima. Tanto che, già molto giovane, lavora con alcuni dei migliori registi italiani dell'epoca. Un misto perfettamente riuscito tra una dea romana e una ragazza semplice, di quello che piacciono agli italiani degli anni Cinquanta e Sessanta. Per questo forse, oltre che per la morale cattolica, che nell'Italia di quegli anni è molto presente, la storia d'amore tra Sofia e Carlo è uno scandalo. Lui è un produttore cinematografico lombardo. In quegli anni produce alcuni dei film di registi che faranno la storia del cinema italiano: Roberto Rosselini, Pietro Germi, Mario Monicelli. 
I due si incontrano per la prima volta nel 1951, nello studio di Carlo. Sofia ha solo 17 anni, Carlo ne ha 39 ed è appena diventato padre per la prima volta. Lui sostiene la carriera di Sofia, ma c'è di più: i due si amano profondamente. Carlo ottiene nel 1957 il divorzio dalla moglie in Messico (il divorzio, in Italia, non esista ancora) e li si sposa per procura con Sofia, che è assente. Il matrimonio messicano è annullato in Italia nel 1962, ma Sofia e Carlo si sposano ancora una volta a Sèvres (Francia) nel 1966. Questo loro secondo matrimonio dura più di 40 anni, fino alla morte di lui nel 2007. I due avranno due figli: Carlo junior ed Edoardo.

Freitag, 9. August 2013

La Letteratura italiana, e l'Italia letteraria


La letteratura italiana è naturalmente legata all'identità nazionale. Il discorso storico sulla letteratura si intrecciato fin dalle origini con la prospettiva della nascita di una comunità, che da comunità letteraria è progressivamente diventata comunità nazionale. 

Le storie della letteratura italiana hanno sempre puntato a rivendicare una specificità nazionale della letteratura italiano, da Giovanni Mario Crescimbeni e Giacinto Gimma fino a Girolamo Tiraboschi e Francesco De Sanctis. La letterura è stato perciò il principale veicolo di unificazione degli italiani, al punto che si può parlare di un'Italia letteraria in contrapposizione o in aggiunta all'Italia costruita su base politica, etnica o economica.

Già Dante col De vulgati eloquenti si proponeva di creare una lingua e una letteratura capaci di superare i confini municipali per allargare lo sguardo a su comunità da sentimenti e interessi collettivi, basati prima di tutto sul discorso d'amore e sullo scambio culturale. In seguito testi famosissimi, su un percorso che va dalla canzone Italia mia di Francesco Petrarca alla canzone All'Italia di Giacomo Leopardi, hanno affrontato il problema del rapporto tra letteratura italiana e identità collettiva. Ancora nel corso del Novecento tutti i principali scrittori, da Gabriele D'Annunzio e Filippo Marinetti, passando per Giuseppe Ungaretti e Elio Vittorini, fino a Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino e Umberto Ecco, si sono proposti come interpreti del sentimento nazionale.

Anche quando ci si è voluti opporre alla tradizione nazionale, lo si è fatto all'interno di una prospettiva italiana, come è accaduto ai primordi della neoavanguardia con i romanzi, entrambi pubblicati nel 1963, Fratelli d'Italia di Alberto Arbasino, e Capriccio italiano di Edoardo Sanguineti. Anche in tempi recenti gli scrittori continuano a confrontarsi col problema dell'Italia letteraria, come si evince dai titoli dei romanzi L'Italia spensierata di Francesco Piccolo, e Italia, De Profundis di Giuseppe Genna.

L'ultima proposta letteraria, il New Italian Epic di Wu Ming, si muove anch'esso in questa direzione, con l'individuazione di una linea attuale, tutta italiana e tutta letteraria, di indagine della storia e di lavoro sullo stile. Sulla stesse linea, infine, la raccolta di racconti pubblicati dalla Minimum Fax, a cura di Giorgio Vasta, Anteprima Nazionale (2009), con scritti di Tullio Avoledo, Alessandro Bergonzoni, Ascanio Celestini, Giancarlo de Cataldo, Valerio Evangelisti, Giorgio Falco, Giueseppe Genna, Tommaso Pincio, Wu Ming 1, che raccontano come sarà il nostro paese tra vent'anni.

Sonntag, 4. August 2013

LE TRE CIME DI LAVAREDO



 "Mi sembra di toccare il cielo con un dito". Si dice quando ci si sente felici e in pace con se stessi, magari in vacanza, immersi in uno scenario naturale che ha pochi eguali al mondo. Se poi le dita che toccano il cielo sono tre, immense e scolpiteda madre natura, la meraviglia diventa pura estasi. È il caso delle tre Cime di Lavaredo, fiori all'occhiello delle Dolomiti. Un "indici", un "medio" e un "anulare" affondati alle nuvole o che, nelle giornate più limpide, fendono l'azzuro del cielo. Al confine fra Trentino-Alto Adige e Veneto, fra le province di Bolzano e Belluno, dominano da millenni le Alpi orientali. Non hanno nomi leggendari o fantasiosi. Per riconoscerle basta guardarne la "statura": La Cima Grande è alta 2.999 metri, La Cima Ovest è 2.973 metri, la Cima Piccola 2.857 metri.
Per esplorarle da vicino viene voglia di improvvisarsi alpinisti. Non per niente sono la meta prediletta di chi ha dimestichezza con l'alta quota! C'è chi assicura, però, che affrontarle non è facile. Molto più sicuro e rilassante ammirarle da lontano. Il consiglio è di spingersi in macchina fin dove è possibile, per voi avventurarsi in affascinanti itinerari a piedi. Il più consigliato prevede di lasciare le quattro ruote  al grande parcheggio del Rifugio Auronzo, al quale si arriva con la strada a pedaggio che parte dal Lago di Misurina, in provincia di Belluno. Dal Rifugio parte in un sentiero che, attraverso un "annello" con pendenze accessibili anche ai meno allenati, consente di vedere le vette e di fotografarle dalle più diverse angolazioni.
Appena partiti si può ammirare la chiesetta di Maria Ausiliatrice, poi si arriva al Refugio Lavaredo: da qui in poi le tre Cime si mostrano in tutto il loro splendore e, a seconda dell'ore e delle condizioni meteorologiche, mutano aspetto di continuo come capricciose vip in passerella.

Nei dintorni

Da non perdere è il suggestivo Lago di Misura, specchio d'acqua di origine glaciale chiamato "la perla del Cadore" per la sua preziosa bellezza. Si trova a un'altitudine di 1.754 metri, circondato da boschi e dalla vette dolomitiche, tra cui le Tre Cime di Lavaredo. Un "classico" è il giro del lago, da percorrere a piedi o in bici lungo la deliziosa stradina sterrata che corre lungo la riva. Il paesaggio è solcato da numerosi sentieri: si può salire sul Monte Piana, con vista sulle Tre Cime, o raggiungere con la seggiovia del Col De Varda un punto panoramico da dove ammirare il Gruppo del Cristallo. Per i più mondani, a soli 30 minuti di macchina c`è Cortina d'Ampezzo, detta "la regina delle Dolomiti" non solo per lo splendido scenario montano che la circonda, ma anche per il suo fascino senza tempo, grazie al quale è entrata a far parte - unica località italiana - del Best of Alps, l'associazione che riunisce le 12 località di montagna più raffinata delle Alpi.


Samstag, 3. August 2013

FRITOLE VENEZIANE


Per 4 persone

Ingredienti: 
12 g di lievito di birra
200 g di farina
40 g di uva passa
40 g di pinoli
40 g di cedri canditi
60 g di zucchero
0,5 cl di grappa o rum
olio di semi

Preparazione:
Sciogliete il lievito di birra in poca acqua tiepida e zucchero. Aggiungete la grappa e la farina, poi acqua quanto basta. Lavorate la pasta, copritola con un panna e fatela lievitare in un luogo caldo. 
Quando sarà cresciuta almeno del doppio, unite l'uvetta, i cedri a pezzetti e i pinoli, fate delle palline e friggetele in olio caldo. Poi scolate su carta assorbente, spolveratele con lo zucchero e servitele ancora calde




Sonntag, 28. Juli 2013

Lago di Pilato




È un luogo magico, si capisce al primo sguardo. Basta poi chiedere un po' in giro per scoprire che questo piccolo lago di soli 500 metri di diametro, a 1.941 metri di altitudine, è davvero avvolto da secoli in un fitto intreccio di leggende  e mistero.

Siamo nel Parco dei Monti Sibillini, oltre 70'000 ettari intitolati al grande massiccio calcareo che si estende tra Marche e Umbria. Sul versante marchigiano, proprio al confine con quello umbro, questo specchio d'acqua montano attende placido i visitatori. C'è chi lo chiama il "lago degli occhiali" per la forma degli invasi comunicati, ma il suo vero nome é Lago di Pilato. Secondo una delle tante leggende, il procuratore Ponzio Pilato fu condannato dall'imperatore Vespasiano a una morte senza sepoltura. Legato a un carro trainato da buoi lasciati liberi di vagare, sarebbe precipitato nel lago della cresta della Cima del Redentore. Per secoli, questa leggenda ha attirato nella conca streghe  negromanti, ma quella di Pilato non è l'unica storia che ha contribuito alla fama del luogo.
Nell'antichità era chiamato Lago della Sibilla, come si legge in un documento del 1452, nel quale un giudice assolve la comunità di Montemonaco per  aver accompagnato alcuni cavalieri a consacrare libri magici al Lacus Sibillae. La Sibilla appenninica, un veggente pare alcuni bellissima, di indole buona e circondata da fate, per altre demoniaca, viveva isolata in un antro sul monte che oggi ha preso il suo nome. Vedere la grotta non è possibile, ma per conoscere meglio questa figura si può visitare il museo che le ha dedicato il comune di Montemonaco. Tra gli oggetti espositi c'è che anche la Grande Pietra, un sasso inciso con segni misteriosi, rinvenuto proprio nel Lago di Pilato. Il tesoro più grande è però custodito ancora oggi dalla acque del lago ed è il mollusco Chirocefalo del Marchesoni, un piccolo crostaceo rosso lungo circa 10 millimetri che nuota con il ventre rivolto verso l'alto. È una specie delicatissima e protetta che, ogni primavera- estate, con la schiusa delle uova, colora di rosso le acque del lago, contribuendo a tener viva l'aura di magia che avvolge questi luoghi.
Eppure, a ben guardare, qui l'unica vera magia è quella della natura. Come diceva Goethe nel Faust: "Grandi sono le forze della Montagne, là la natura libera agisce con strapotenza; la stupidità dei preti condanna ciò come una stregoneria"

Escursioni

Il Parco dei Monti Sibillini offre agli amanti del trekking innumerevoli possibilità. Ci sono percorsi per i meno esperti, 17 escursioni più impegnative, oltre 14 itinerari in muontain-bike e 18 sentieri, pensati per i meno sportivi, che partono dai centri storici dei paesi del parco. È imprendibile per gli appassionati il Grande Anello dei Sibillini: 120 km di percorso escursionistico che abbraccia l'intera catena montuoso in 9 tappe. Per maggiori informazioni visitate il sito: www.sibillini.net


Samstag, 27. Juli 2013

Guglielmo Marconi




Guglielmo Marconi, nato a Bologna nel 1974, è senza dubbio il più grande scienziato della nostra epoca. Dedicatosi ancor giovanissimo ai severi studi dell'elettrotecnica gli riesce, dopo tenaci esperimenti e fra il generale scetticismo, a trasmettere notizie a distanza servendosi delle onde elettromagnetiche. Perfezionati i suoi delicati e potenti apparecchi, fu possibile alle Nazioni di stabilire, in numerosi punti del globo, delle stazioni emittenti funzionanti a diversa lunghezza d'onda. Durante i suoi studi, Marconi ebbe modo di visitare tutte le parti del mondo, accolto ovunque con onori ed entusiasmo.
Nel 1909 ottenne il Premio Nobel e diverse Università lo proclamarono dott. h.c. Ma anche in patria fu degnamente onorato: nel 1914 fu nominato Senatore del Regno, nel 1929 fu creato marchese e, infine, raggiunse l'altissima carica di Presidente dell'Accadmia d'Italia.
Innumerevoli sono le esperienze compiute, e i risultati furono tali da meritargli la riconoscenza di tutti i Popoli. Guglielmo Marconi, inventore della Telegrafia e della Telefonia senza filo, si spense a Roma nel 1937 e l'Italia in modo particolare, ne pianse la fine, conscia di aver perduto un purissimo Patriota e la più grande Mente dei tempi nostri.
Oggigiorno, in onore del grande Scomparso, si usa chiamare Marconigrafia la grande invenzione ed è da augurarsi che tale vocabolo entri a far parte, doverosamente, della tecnologia di tutti i Paesi.