Piccolo, ricche e fortunate
Manca poco a capodanno e dobbiamo essere pronti al grande rito. no. non quello dei fuochi d'artificio, ma quello che ti riempie le tasche di soldi. Almeno così dicono: si crede che chi al Cenone di Capodanno mangia le lenticchie guadagnerà tanti soldi. Poi non succede mai, come forse no è mai successo ai tempi dei Romani, quando la tradizione è nata. A quell'epoca infatti, durante le feste, il regalo più comune era una "scarsella" (ciò una borsa in pelle) piena di lenticchie, con l'augurio che si trasformassero in monete.
Ora che lo sappiamo, ci piace ancora di più questo legume che è "povero", ma buono, fa bene e che, inoltre, conosciamo da tantissimo tempo. Se infatti per lo scienziato siamo di fronte al seme di una pianta Lens esculenta, che appartiene alla famiglia delle leguminose, lo storico per trovare le prime tracce di lenticchie a tavola deve tornare alla preistoria. Se studiamo i fossili, scopriamo che gli uomini hanno cominciato a coltivare le lenticchie nel 7.000a.C. nel'Asia sud-orientale. Nei secoli successivi, troviamo le lenticchie in tutta la zona Mediterraneo. In Turchia si coltivano dal 5.500 a.C., poi si diffondono in Egitto, in Grecia, a Roma. Troviamo traccia delle lenticchie addirittura nella Bibbia. ("…allora Giacobbe diede a Esaù del pane e della minestra di lenticchie", Genesi, 25,34), anche se per leggere le prime ricette un po'raffinate dobbiamo aspettare il cuoco e scrittore latino Apicio ("Lessetale in acqua. poi preparate a parte una salsa pestando pepe, cumino, coriandolo, foglie di menta, ruta e puleggia. Bagnate poi con miele, mosto cotto, salsa d'acciughe e aggiungete alle lenticchie").
A parte questi "eccessi" di condimento, amatissimi ai tempi dei Romani e forse un po' meno ai nostri, la lenticchie è buona sempre e comunque. E soprattutto, pochi piatti costano così poco e fanno anche bene. Le lenticchie sono ricche di proteine e infatti, nel Medioevo, la gente ha cominciato a mangiarle al posto della carne nei giorni di digiuno del venerdì o anche durante le carestie. Piatto dei poveri amato nei secoli dei più raffinati gourmet di tutto il mondo, che, a seconda della posizione geografica, possono usare lenticchie diverse: nelle Americhe piattono molto le lenticchie gialle e verdi con seme grande; in Europa, lungo le coste del Mediterraneo, so preferiscono quelle a seme piccolo di color arancio, rosso o marrone.
E in Italia? L'Italia è la patria della lenticchia, anche se succede come per il frumento: la domanda è così alta che la quantità che produciamo (750 tonnellate all'anno) non è sufficiente. Così importiamo altre 24'000 tonnellate di lenticchie soprattutto dal Canada, dalla Turchia e dagli Stati Uniti. Tuttavia nelle botte piccola c`è il vino buono e le lenticchie italiane sono considerate da tutti le migliori.
La "regina" è la lenticchia di Castellucio di Norcia, in Umbria, che ha ottenuto il marchio Igp (Indicazione geografica protetta). Coltivata sotto il paese di Castellucio, che si trova su una montagna, in una bellissima zona naturale, la lenticchia di Castellucio è famosa per il suo gusto delicato e per le dimensioni, circa 2mm di larghezza. Sempre in Umbria abbiamo le lenticchie di Colfiorito, mentre altrove troviamo la lenticchia verde di Altamura, in Puglia, grande e adatta ai contorni; la lenticchia di Villalba, in Sicilia; la lenticchia del Pollino, una new entri promossa dal 2005; la lenticchia di Ustica, piccola e ricca di gusto grazie al terreno vulcanico, color marrone scuro; quella di Santo Stefano di Sessanio, in Abbruzzo, che si coltiva in terreni secchi di alta montagna, tra i 1.200 e i 1.450 metri; E poi, ancora, ci sono le lenticchie di Ventotene, delle Eoli, di Mormanno. Tutte amatissime dai gourmet ma anche dal dietologo, il quale afferma che la ricchezza di fibre delle lenticchie fa bene all'intestino e le rende ideali anche per abbassare il colesterolo. In più, grazie alla buona qualità delle proteine contenute, diventano una "bomba" nutritiva adatta soprattutto ai ragazzi, in particolare se mangiate con i cereali (pane pasta, riso). Come tutte le specialità gastronomiche della cucina italiana, bisogna saperle cucinare nel modo migliore. È meglio usare quelle secche perché sono più ricche di sostanza nutritive, anche se ci vuole più tempo per cucinarle. Si devono tenere in acqua da 4 a 12 ore (dipende da tipo di lenticchia) e poi si cuociono in poca acqua, come consiglia chi le produce. Ma ne vale la pena. Anche perché a Capodanno il cotechino non può stare in un piatto vuoto, senza le lenticchie. E poi bisogna sempre considerare che, oltre al palato, è contento il portafoglio: forse, una volta nella vita….
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