Sonntag, 28. Juli 2013

Lago di Pilato




È un luogo magico, si capisce al primo sguardo. Basta poi chiedere un po' in giro per scoprire che questo piccolo lago di soli 500 metri di diametro, a 1.941 metri di altitudine, è davvero avvolto da secoli in un fitto intreccio di leggende  e mistero.

Siamo nel Parco dei Monti Sibillini, oltre 70'000 ettari intitolati al grande massiccio calcareo che si estende tra Marche e Umbria. Sul versante marchigiano, proprio al confine con quello umbro, questo specchio d'acqua montano attende placido i visitatori. C'è chi lo chiama il "lago degli occhiali" per la forma degli invasi comunicati, ma il suo vero nome é Lago di Pilato. Secondo una delle tante leggende, il procuratore Ponzio Pilato fu condannato dall'imperatore Vespasiano a una morte senza sepoltura. Legato a un carro trainato da buoi lasciati liberi di vagare, sarebbe precipitato nel lago della cresta della Cima del Redentore. Per secoli, questa leggenda ha attirato nella conca streghe  negromanti, ma quella di Pilato non è l'unica storia che ha contribuito alla fama del luogo.
Nell'antichità era chiamato Lago della Sibilla, come si legge in un documento del 1452, nel quale un giudice assolve la comunità di Montemonaco per  aver accompagnato alcuni cavalieri a consacrare libri magici al Lacus Sibillae. La Sibilla appenninica, un veggente pare alcuni bellissima, di indole buona e circondata da fate, per altre demoniaca, viveva isolata in un antro sul monte che oggi ha preso il suo nome. Vedere la grotta non è possibile, ma per conoscere meglio questa figura si può visitare il museo che le ha dedicato il comune di Montemonaco. Tra gli oggetti espositi c'è che anche la Grande Pietra, un sasso inciso con segni misteriosi, rinvenuto proprio nel Lago di Pilato. Il tesoro più grande è però custodito ancora oggi dalla acque del lago ed è il mollusco Chirocefalo del Marchesoni, un piccolo crostaceo rosso lungo circa 10 millimetri che nuota con il ventre rivolto verso l'alto. È una specie delicatissima e protetta che, ogni primavera- estate, con la schiusa delle uova, colora di rosso le acque del lago, contribuendo a tener viva l'aura di magia che avvolge questi luoghi.
Eppure, a ben guardare, qui l'unica vera magia è quella della natura. Come diceva Goethe nel Faust: "Grandi sono le forze della Montagne, là la natura libera agisce con strapotenza; la stupidità dei preti condanna ciò come una stregoneria"

Escursioni

Il Parco dei Monti Sibillini offre agli amanti del trekking innumerevoli possibilità. Ci sono percorsi per i meno esperti, 17 escursioni più impegnative, oltre 14 itinerari in muontain-bike e 18 sentieri, pensati per i meno sportivi, che partono dai centri storici dei paesi del parco. È imprendibile per gli appassionati il Grande Anello dei Sibillini: 120 km di percorso escursionistico che abbraccia l'intera catena montuoso in 9 tappe. Per maggiori informazioni visitate il sito: www.sibillini.net


Samstag, 27. Juli 2013

Guglielmo Marconi




Guglielmo Marconi, nato a Bologna nel 1974, è senza dubbio il più grande scienziato della nostra epoca. Dedicatosi ancor giovanissimo ai severi studi dell'elettrotecnica gli riesce, dopo tenaci esperimenti e fra il generale scetticismo, a trasmettere notizie a distanza servendosi delle onde elettromagnetiche. Perfezionati i suoi delicati e potenti apparecchi, fu possibile alle Nazioni di stabilire, in numerosi punti del globo, delle stazioni emittenti funzionanti a diversa lunghezza d'onda. Durante i suoi studi, Marconi ebbe modo di visitare tutte le parti del mondo, accolto ovunque con onori ed entusiasmo.
Nel 1909 ottenne il Premio Nobel e diverse Università lo proclamarono dott. h.c. Ma anche in patria fu degnamente onorato: nel 1914 fu nominato Senatore del Regno, nel 1929 fu creato marchese e, infine, raggiunse l'altissima carica di Presidente dell'Accadmia d'Italia.
Innumerevoli sono le esperienze compiute, e i risultati furono tali da meritargli la riconoscenza di tutti i Popoli. Guglielmo Marconi, inventore della Telegrafia e della Telefonia senza filo, si spense a Roma nel 1937 e l'Italia in modo particolare, ne pianse la fine, conscia di aver perduto un purissimo Patriota e la più grande Mente dei tempi nostri.
Oggigiorno, in onore del grande Scomparso, si usa chiamare Marconigrafia la grande invenzione ed è da augurarsi che tale vocabolo entri a far parte, doverosamente, della tecnologia di tutti i Paesi.